Succede sempre più spesso di incontrare conoscenti o amici che ci raccontano delle loro indimenticabili vacanze trascorse in posti incredibili in giro per il mondo, a contatto con la natura più incontaminata e selvaggia, ed immersi in un mare blu dove l’acqua è così trasparente che si può vedere il fondale anche senza usare la maschera da sub; poi quando ci dicono che hanno dovuto fare un viaggio di circa 12 ore ed 8.000 km per raggiungerli e che, tra andata e ritorno, hanno consumato due dei sette giorni di vacanza che avevano a disposizione la domanda ci sorge spontanea: ne valeva davvero la pena?
Certo viaggiare per conoscere altre zone del mondo che probabilmente non avremo più occasione di vedere in futuro è un’opportunità alla quale non bisogna mai rinunciare se si ha la possibilità di farlo, specie se la vacanza prefissata è di carattere culturale (ovviamente sempre abbinabile con la nostra atavica voglia di sole e mare). E’ altrettanto vero però che si decide di andare dall’altra parte del pianeta solo ed unicamente alla ricerca di spiagge bianche ed acque azzurre dove oziare per l’intera durata delle nostre vacanze, forse si sta sottovalutando l’incredibile patrimonio di bellezze che possiede l’Italia, specialmente il Sud e le isole.
Nascita e storia delle isole Pontine
Le isole Pontine (o anche Ponziane) formano un piccolo ma bellissimo arcipelago di origine vulcanica che si trova di fronte al golfo di Gaeta, in pieno Mar Tirreno; territorialmente sono state annesse dopo innumerevoli dispute alla provincia di Latina, e vantano una popolazione complessiva di appena 5.000 persone, dedite principalmente alla pesca, all’agricoltura, ed alla salvaguardia dell’ambiente in cui vivono, avendo rapidamente compreso l’altissimo valore turistico che esso ha e che oggi si sta sviluppando in modo esponenziale.
Molti studiosi di storia antica credono che i primi segni di civilizzazione si ebbero a Ponza, l’isola più grande dell’arcipelago, già attorno al 1500 a.C. ad opera degli Ausoni, e che a quei tempi l’isola fosse un vero e proprio giacimento naturale di ricchezze di ogni genere tra specie animali, vegetali, risorse della terra e del mare. Furono poi i Romani ad impossessarsene ed a difenderla dalle frequenti incursioni dei pirati Turchi e Saraceni, fino ad arrivare intorno al 1700, cioè quando ebbe inizio una lenta e massiccia invasione da parte dei colòni ischitani e napoletani, che nel giro di qualche anno riuscirono a radicarsi bene in tutto l’arcipelago.
Ponza e Ventotene, i maggiori centri abitati delle isole pontine
L’isola più grande, e quindi ‘capitale morale’ di tutto l’atollo è Ponza, dove vive più della metà delle persone residenti in tutto l’arcipelago; Ponza è collegata oggi allo stivale con un efficiente servizio di traghetti ed aliscafi, al quale si può accedere da diversi porti della nostra penisola: Formia, Anzio Terracina e San Felice al Circeo (quest’ultimo è il punto più vicino della terraferma con Ponza) dal Lazio, Napoli, Pozzuoli ed Ischia dalla Campania.
Certo, una volta lì la cosa migliore da fare sarebbe certamente noleggiare una barchetta per poter apprezzare al meglio le decine e decine di calette e grotte dai colori mozzafiato che l’isola offre; ‘Chiaia di Luna’, le ‘Piscine Naturali’, ‘Cala Feola’, la ‘Spiaggia del Frontone’ o ‘Cala Felce’ sono soltanto alcune delle tante oasi naturali da vedere e fotografare per i loro fantastici scenari naturali, e se riuscissimo addirittura a spingerci fino a Ventotene (seconda isola per importanza) faremmo davvero bingo. ‘Parata Grande’, ‘Cala Nave’, ‘Cala Rossano’, ‘Cala Battaglia’, e le splendide antiche saline romane (in cui ci si può immergere), sono posti che bisogna assolutamente vedere almeno una volta nella vita.
Palmaròla, Zannone, il vecchio carcere di Santo Stefano e Gavi
Palmaròla, Zannone e l’isolotto di Santo Stefano non sono assolutamente seconde a Ponza e Ventotene in quanto a meraviglie naturali da vedere, vengono menzionate dopo per il semplice motivo che sono disabitate, niente di più. Palmarola si trova circa 10 km ad Ovest di Ponza, e prende nome da una particolare specie autoctona di ‘palma nana’; i suoi colori sono semplicemente celestiali, con l’acqua del mare che in alcuni punti assume delle colorazioni di bianco e verde smeraldo più belle di quelle dei Tropici, e dove sembra che si possano toccare i fondali marini con un dito anche se ci si trova in superficie, a 10 metri di distanza.
Stesso dicasi per l’isola di Zannone, sulla quale sembra che viva una sola persona che svolge mansioni di ‘guardiano’ e completamente selvaggia, Gavi (che più che un isola è un grande scoglio situato giusto in mezzo tra Ponza e Zannone), ed il ‘misterioso’ isolotto di Santo Stefano, sul quale è possibile visitare i resti di un antico carcere borbonico. Tutti posti realmente fantastici.
Consigli utili per un indimenticabile viaggio alle isole Pontine
Siamo nell’Italia Centro-Sud, quindi significa che le condizioni climatiche non saranno mai proibitive come quelle che si possono incontrare se invece si visita il Nord; specie nei mesi estivi al Sud fa molto caldo, e potrebbero raggiungersi anche i 40 gradi all’ombra, sempre bene quindi avere con sé un bel cappellino ed una protezione solare di quelle buone, e magari imparare a godersi il mare nelle ore dove il sole è meno ‘violento’ con noi nel suo caldo abbraccio.
Essendo isole della ‘macchia mediterranea’, e quindi ricche di verde e di tanti bei fiori colorati e profumati, non potevano mancare insetti impollinatori (dotati di pungiglione) di vario genere e zanzare; bel problemino questo, ma basta solo pensare alle spiagge del sudamerica ed ai famigerati ‘mosquitos’ che le assediano per rasserenarsi e, piuttosto, prendere qualche banale contromisura per risolvere il problema.